ADRIANO CELENTANO

Siamo spenti, e in effetti non ci vuole molto per capire che il senso della vita spesso ci sfugge. Voi dite che siamo qui riuniti, ma per quanti minuti ancora? Finita la serata, ognuno di noi tornerà ad essere solo nella propria casa, in attesa di un altro evento come questo. Ma questo non vuol dire stare insieme. Invece, stare insieme è essere legati da qualcosa che ci tiene uniti neanche quando siamo soli. Ma non l’abbiamo questo qualcosa, e i politici non l’hanno capito. Ma sta tornando… si tratta di individuare quel filo sottile, quasi invisibile, che è la capacità di legarci tutti insieme. Questo significa vivere in un progetto. Ma come realizzare questo progetto che sconfiggerebbe la crisi e portare la nostra nazione a sognare in qualcosa che può avverarsi? Pensate, un’intera nazione che sogna…Se si è in tanti a sognare, non c’è sogno che non possa realizzarsi. 

Il suo Rock Economy mi è piaciuto molto, a parte la tavola rotonda con il trio Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella e l’economista Jean Paul Fitoussi che ho trovato fuori luogo – e l’ha capito anche lui – in uno spettacolo dove non si ha voglia di politica, di polemiche. Qui si voleva solamente ascoltare e vedere l’artista…

Come era Adriano Celentano?

Beh, la prima serata pallido, teso dall’emozione di salire a cantare dopo 18 anni e sul palcoscenico dell’Arena di Verona -una scenografia  sublime – e “tornare” di fronte a novemilioni di spettatori e alle grandi aspettative.

La seconda serata molto meglio, più molleggiato e con un passo finale da brivido sulle note di Prisencolinensinainciusol…Molto apprezzata la scelta di modificare la scaletta depennando ospiti e argomenti inopportuni per dedicarsi solo alla musica.

Il look è sempre lo stesso, quello di Adriano, la giacca sformata, la maglietta, i pantaloni di velluto e i suoi stivaletti…Il mitico copri-spalla dei suoi film, c’era anche lui. Unica follia molto fashion: il berretto beige con le paillettes sul retro. Sì, si è proprio Celentano, al di là delle mode, come il suo carisma incondizionato capace di incantare tutti, con le sue espressioni, con le sue movenze anche se più lente, con la sua voce adesso più roca ma sempre intensa. A 74 anni, la sua autoironia, sul tempo che passa, per giustificare dimenticanze, trasmette tenerezza…”è stata un po’ dura questa volta perché 18 anni sono tanti e non mi ricordavo più i testi così per prepararmi per questi due concerti parlavo da solo e scambiavo perfino i testi delle canzoni” .

I suoi monologhi, i suoi silenzi e le sue pause improvvise sembrano prenderti in giro, ma Adriano Celentano è fatto così e gli si perdona tutto. Stonate, cambi d’umore e di scaletta compresi.

Ho trovato meravigliosi tutti i duetti – musicali e non – in cui Adriano ha voluto condividere il palcoscenico con Gianni Morandi. Era un po’ come se avesse bisogno di essere preso per mano. L’aiuto (estremamente garbato  e silenzioso) del suo grande amico è stato fondamentale per sentirsi a suo agio, minimizzare gli errori e vincere le emozioni, dimostrando di non aver perso il talento artistico e la sua straordinaria espressività.

Questa è la mia canzone preferita:

Una Carezza in Un Pugno

Io però, oltre a saper a memoria Azzurro e il Ragazzo della via Gluck, ho adorato e adoro i film con Adriano Celentano…il burbero dal cuore buono, simpaticissimo, dal viso così, così ma dal fisico mozzafiato. Un fascino che lo rendeva desiderabilissimo.

Ecco le scene più belle:

Segni Particolari: Bellissimo

Innamorato Pazzo

Il Bisbetico Domanto

Lui è Peggio di Me

3 comments

  1. “ANCHE NO” ma che si ritiri !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Vergognosamente APOCALITTICO ………………………………………………………………
    Facile perlare dei lavoratori da MIGLIARDARIO ………………………………………………..
    BOCCIATOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

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